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lunedì 2 gennaio 2012

Omsa, l'azienda di calze e collant made in Italy si trasferisce in Serbia lasciando 160 persone in cassa integrazione

Nuovo anno e altre brutte notizie sul fronte economico-finanziario italiano. Un'altra azienda come Omsa, azienda italiana dalla nascita, produttrice di calze e collant, con un buon fatturato, sita Faenza con 350 impiegati, chiude i battenti in Italia per trasferire la propria produzione in Serbia.

Vi avevo già raccontato parte della storia della Jabil - Nokia Siemens che ha spostato dall'oggi al domani la sua produzione in Polonia, ed ecco un'altra azienda che trasferisce la produzione all'estero ma non gli impiegati, lasciandone 160 in cassa integrazione a rotazione di 4 ore.

Come è possibile che queste aziende possano tranquillamente ottenere il permesso di fare simili operazioni, quando il Paese va a rotoli, siamo in regressione e queste aziende in Italia non erano in passivo con il fatturato?
Nessuno scrupolo per le persone che non avranno più un'occupazione, l'importante per l'azienda è spendere meno di mano d'opera, peggiorando la qualità del proprio prodotto, per trarre profitti sempre più alti.

Sono sconcertata da questa situazione che non viene fermata e per questi lavoratori che si ritroveranno in 'mezzo a una strada' e non sapranno più come arrivare alla fine del mese.

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