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venerdì 16 novembre 2012

Da "BAMBOCCIONI" a "CHOOSY" i giovani italiani son sempre più delusi e stanchi

Ultimamente si parla spesso dei giovani italiani e il messaggio che fanno passare i grandi mass media è che ci sono tanti disoccupati, ma la maggior parte è inerte e non cerca nemmeno più un lavoro, che devono essere creativi e inventarsi una professione da svolgere. Tutto ciò non fa altro che farmi ribollire il sangue nelle vene. Io rientro nei "giovani" e così molti altri miei amici, della mia età, ma anche più giovani, diplomati o laureati, che si affannano alla ricerca di un lavoro che non c'è neppure a Milano, la grande metropoli. Tutto è iniziato con il grande Renato Brunetta che anni fa ion uno dei suo tanti discorsi aveva detto he i giovani erano "Bamboccioni" perchè non uscivano di casa per formare una propria famiglia, ma rimanevano nel nucleo familiare di appartenenza, ma già allora i motivi erano ben chiari....con un lavoro precario, nella migliore delle ipotesi, come potevano acquistare o prendere in affitto un alloggio e andare a vivere da soli nell'incertezza. Tutti coloro che conosco che l'hanno fatto, se lo sono potuti permettere con l'aiuto di papà e mamma. Qualche settimana fa' la mitica Elsa Fornero, se n'è uscita con l'infelice termine "Choosy" affibbiato ai giovani che non si adattano ai lavori e quindi stanno a casa felici tra le braccia di mamma e papà a farsi coccolare. Forse la Signora non sa' che il lavoro non si trova, se si trova è precario e sotto pagato e anche gli universitari, con 20 anni di studi alle spalle, accettano una miseria pur di mettere qualcosa in tasca e potersi permettere di uscire o acquistare un vestito senza pesare sulle spalle dei genitori. I giovani italiani oggi sono stanchi, demoralizzati da una vita che non propone alcun futuro e nessuna certezza. Studiano, non trovano lavoro, rimangono intrappolati nella casa familiare e il più delle volte le famiglie alla terza settimana del mese non hanno più un centesimo, senza strafare, anzi facendo meno di ciò che potevano permettersi fino a qualche tempo fa! Conosco amici che il lavoro se lo sono anche inventato, come fare la nail, la make up artist, il trasformista, l'animatore, il copy writer, ecc. ma tutti vivono ancora a casa di mamma e papà perché se non hai un reddito più o meno fisso e decente non puoi permetterti nemmeno di andare a mangiare una pizza in autonomia! Il mio sfogo arriva pochi giorni dopo le manifestazioni avvenute in molte piazze d'Italia e in cui la polizia ha caricato i manifestanti accusati di fare delle manifestazioni non pacifiche perché muniti di mazze da baseball o sassi. Non siamo tutti italiani? Perché la polizia si ostina a manganellare ragazzi che protestano per i loro diritti calpestati da un governo 'tecnico'? Certo avranno pur fatto un giuramento, però a volte credo che sfoghino le proprie frustrazioni in queste occasioni. Questo è lo sfogo di una giovane italiana.

2 commenti:

  1. La situazione è grave, ma puramente e semplicemente voluta (o comunque passivamente accettata) da una classe politica miope, cinica, insipiente e interessata solo alla perpetuazione del proprio potere e dei propri privilegi. Si è deciso di deindustrializzare il paese e di non puntare né sulla ricerca né sulla produzione tecnologica avanzata né sulla valorizzazione del nostro immenso patrimonio architettonico e artistico: tutti settori che garantirebbero ampia offerta di lavoro a giovani istruiti, motivati e specializzati. È rimasto (per i giovani italiani: per gli immigrati l'offerta è diversa)solo un terziario fatto di grande distribuzione, call center o telelavoro, un terziario abbruttito da un precariato feroce che ci si ostina a chiamare col nome ingannevole di flessibilità. In questo senso è scelta puramente voluta quella di dirottare gran parte dei giovani diplomati su facoltà universitarie inutili o ridondanti(scienze politiche, lettere, scienze della comunicazione ecc.) che ci si ostina a mantenere aperte e attive per ingrassare docenti in esubero e sfornare laureati in soprannumero che andranno a infoltire le schiere della disoccupazione intellettuale o sceglieranno, perché non hanno voglia di competere con gli immigrati per un posto in cantiere o in uno scantinato dove si cuciono jeans, l'inevitabile e famigerato "terziario-precario" (si veda sopra). Con questi presupposti, tra i manganelli della polizia che difende lo status quo e le pietre dei giovani che manifestano contro questo sistema perverso, io sto senza esitazioni con i secondi.

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    1. Grazie Corrado, i tuoi commenti sono sempre i più graditi, in quanto approfondisci ogni singolo punto del post e con linguaggio garbato esponi apertamente la tua opinione da me moooolto condivisa.

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