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venerdì 28 dicembre 2012

DEFINIZIONE DI FEMMINICIDIO




Ciao ragazzi, eccomi qui di nuovo a esporre le mie opinioni...e come tali, opinabili, su un nuovo termine: il femminicidio. 

La definizione letterale del termine femminicidio è ogni atto o fatto violento rivolto da un uomo nei confronti di una donna, compreso ovviamente l'uccisione di una donna da parte di un uomo.

 Questa è la definizione del termine che ormai va' di moda in tutti i telegiornali e nei media nazionali, ora se non vi dispiace vi do' la mia versione di tale definizione. Il femminicidio comprende ogni atto o fatto violento rivolto a una femmina da un maschio, inclusa l'uccisione di una femmina da parte di un maschio.

 Dal mio punto di vista, scritta così, la definizione cambia!

 Maschi e femmine. 

Giuridicamente il reato di femminicidio non esiste, proprio perché in teoria vige la parità dei sessi e il maschio e la femmina non si distinguono, entrambi sono persone, esseri umani. 

Questo termine è una forzatura, uno schiaffo ad anni e anni di lotte femministe fatte di scontri fisici, manifestazioni e tanto altro per ottenere la parità dei sessi giusta o sbagliata che sia e con le sue mille e più contraddizioni nella pratica. 

Ora, alla fine del 2012, torniamo a differenziare il maschio dalla femmina, l'uomo dalla donna

Trovo la parola femminicidio estremamente sbagliata e maschilista, fatta per una società da sempre patriarcale come la nostra. 

Quello che mi fa specie è che le donne non se ne rendano conto e inizino a usare questa parola. 

La violenza verbale o fisica è un reato penalmente riconosciuto, così come l'omicidio. 

Quindi vige già un regime di tutela, anche se scarso, e una pena per tali reali e la distinzione tra uomo e donna proprio non mi piace. 

Il risultato è il medesimo, la violenza è la medesima e la perdita della vita idem. 

Perché si torna a classificare la donna come femmina? 

Il reato di stalking è stata una vittoria, ma anch'esso è abbastanza sbilanciato e poco considerato, tanto che spesso, dopo il denunciato stalking le persone in causa vengono comunque uccise dallo stalker che io chiamerei “persona con problemi ossessivo-compulsivo” che andrebbe isolato in una struttura di igiene mentale per essere curata, ma questo è un altro paio di maniche. 

Credo di avere espresso al meglio il mio pensiero e non vorrei che pensaste che sono maschilista, anzi. 

Tutte le persone vanno tutelate, tutte!!  

E ovviamente invito le donne che subiscono abusi e violenze a denunciare l'accaduto, come invito gli uomini a fare altrettanto nel caso subiscano violenze. 

E'un paradosso, ma è sicuramente più difficile per un uomo denunciare di aver subito abusi sessuali. 

Per quanto riguarda il prete che ieri ha ritirato fuori una storia vecchia quanto il mondo, non merita nemmeno di essere menzionato visto che ha detto pubblicamente che la causa della violenza sessuale su una donna è giustificata dalla provocazione con abiti succinti e atteggiamenti equivoci. Su questo non voglio nemmeno discutere perché è una cosa che non sta né in cielo, né in terra e poi il fatto che l'abbia detto un uomo di chiesa è assurdo. 

Ora vi lascio alle vostre riflessioni augurandomi che vogliate condividere con me il vostro pensiero con un semplice commento.

 Baci.

 Naly

4 commenti:

  1. «Giuridicamente il reato di femminicidio non esiste», in Italia, e non ancora. La parità in qualunque cosa è un'invenzione buonista, diciamo così. Per ogni tipologia di omicidio esistono attenuanti e aggravanti, ed esiste anche una classificazione (giuridica). Fuori dalla legge, esistono termini specifici per indicare cose specifiche: la lingua è elastica ed evolve per descrivere delle realtà in modo sintetico ed efficace. Fuori dalla legge, femminicidio è un termine che descrive un omicidio di una donna, tipicamente commesso da un uomo (ma non sempre, non necessariamente), in quanto donna, inserita in un contesto socioculturale che la vuole "oggetto" limitato dalle necessità del maschio. Le condizioni socioculturali accennate esistono in Italia, eccome, purtroppo. Descriverne gli effetti drammatici tramite una parola invece che una parafrasi è efficace e va dritto al punto. Tornando alla giurisprudenza, il riconoscere che l'omicidio è stato commesso per via di quelle condizioni socioculturali può costituire una aggravante, e non c'è niente di tremendo se la legge fa proprio il termine femminicidio per descrivere quel tipo di condizioni aggravanti.

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    1. Ti ringrazio per aver letto il mio post e avermi dato il tuo parere, il senso del mio post era un altro, ti consiglio la lettura di questo http://ilsaperecondiviso.blogspot.it/2013/01/storie-di-ordinaria-manipolazione.html?spref=fb
      A presto.
      Baci.
      Naly

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